La storia di Jackson Njue
Jackson Njue avrebbe abbastanza forza da condurre una vita degna del suo nome. Ma il fatto che la forza abbia due diversi aspetti, è una cosa che questo atleta dalla pelle color ebano ha personalmente esperimentato. La redazione di Voce Amica lo ha intervistato per voi.
Voce Amica: Jackson, come mai all’età di 20 anni ti sei completamente dedicato alla cultura fisica?
Jackson Njue: Debbo premettere che ho avuto una infanzia abbastanza felice. Vedendomi però circondato da molte incertezze, cominciai a cercare qualcosa che avesse un sicuro fondamento, qualcosa che desse un senso alla mia vita. Ricordo che in quel periodo avevo tre domande che mi assillavano: chi sono io, perché sono in questo mondo e cosa accadrà dopo la morte? Fu proprio sotto la spinta di queste domande e dell’incertezza che regnava ovunque, che presi la decisione di dedicarmi al body building. Attraverso la mia forza volevo vincere l’incertezza che mi circondava.
Voce Amica: Sappiamo che in questa disciplina hai pure partecipato ad alcuni concorsi.
Jackson Njue: Si, speravo che raggiungendo il successo sarei riuscito a colmare il vuoto del mio cuore. In un primo concorso divenni Mister Nairobi. In poco tempo raggiunsi una grande popolarità, ovunque ero circondato da ammiratrici ed ammiratori, ma nonostante che fossi tra molta gente mi sentivo molto solo.
Più tardi partecipai ad un concorso a livello nazionale. Vinsi con un ottimo punteggio, e sotto le acclamazioni della folla fui coronato Mister Kenya. Non passò molto tempo che mi trovai alla televisione: divo famoso per i miei eccentrici spettacoli di forza. Avevo raggiunto il successo, non c’era cosa che non avessi fatto o desiderio insoddisfatto, eppure mi sentivo vuoto, mi mancava qualcosa.
Voce Amica: E fino a quel giorno non avevi ancora trovato una risposta alle tue domande?
Jackson Njue: Infatti, ormai avevo imparato a confidare solo nella mia forza fisica. Non c’era cosa che potesse frenarmi o che mi fosse stata impossibile da raggiungere. Non trovando risposta alle mie domande, giunsi quindi alla conclusione che ogni cosa trova la sua fine con la morte fisica.
Voce Amica: Com’è avvenuto poi questo cambiamento radicale nella tua vita?
Jackson Njue: Trovandomi un giorno al funerale di una giovane donna, realizzai la presenza di un’altra potenza, contro la quale nonostante la mia forza fisica, non potevo fare nulla. Mentre ero preso da molti pensieri, sentii il pastore rivolgere queste parole ai presenti: “Sei tu pronto ad incontrare il tuo Dio?” Questa domanda segnò l’inizio del cambiamento radicale della mia vita. Davanti alla tomba di quella giovane donna, mi resi conto che la vita che avevo condotto fino all’ora era stata insensata, e che il vuoto e le incertezze del mio cuore erano dovute ai miei errori ed ai miei peccati, dei quali non riuscivo a liberarmi.
Se fino a quel giorno avevo fatto doni solo a me stesso, dovetti realizzare che nonostante la mia forza dipendevo dal dono che solo Dio poteva farmi: il dono del perdono e della vita eterna. Qui ebbe inizio la gioia di aver trovato finalmente il senso della vita, e finalmente ottenni una risposta alle mie domande.
Con una semplice preghiera, invitai Gesù Cristo a prendere la guida della mia vita. Gli confessai i miei sbagli e mi sentii subito liberato da quel grande peso che portavo. Da quel giorno Gesù Cristo è diventato il mio allenatore, il mio esempio, il mio Signore. E’ Lui il più forte di questo mondo e dell’universo. Grazie al suo aiuto, con un disciplinato allenamento, ai campionati del mondo per Mister Universo del 1982 e 1986 raggiunsi il quinto posto.
Quando il mio corpo si decomporrà ed i miei muscoli spariranno, l’anima mia sussisterà per tutta l’eternità. Io so di essere un figlio di Dio, destinato a vita eterna con Lui. Lo apprendo dalla Bibbia che mi conferma: “… ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare figlioli di Dio.
Oggi Jackson Njue vive a Zurigo (Svizzera) ed è impiegato come allenatore in un istituto di cultura fisica. Diventato membro dell’associazione internazionale “Athletes in Action”, attraverso questa testimonianza egli desidera che coloro che leggeranno il racconto della sua vita, sappiano che in Cristo possono iniziare una vita nuova.